Nel 2017, in Italia, si
sono verificati ottomila morti
per infortunio domestico che hanno coinvolto le fasce più deboli e fragili della popolazione, bambini, anziani e
disabili che trascorrono gran parte del giorno in casa.
L’ ISTAT riferisce, sempre nel 2017, circa 4.400.000 infortuni domestici, denunciati in Italia con un incremento nell’ultimo decennio pari al 20%. I numeri sono impressionanti, ma
il dato non colpisce l’opinione pubblica ampiamente sollecitata, al contrario,
dai media nel caso di incidenti sul
lavoro. La spiegazione è semplice: l’ incidente domestico non fa notizia perché,
quasi sempre, non appare in tutta evidenza
la responsabilità di qualcuno, come invece accade nel caso dell’incidente sul lavoro. Gli stessi referti
all’ Autorità Giudiziaria stilati nei Pronto soccorso degli ospedali in caso di incidenti domestici seguono percorsi più “tranquilli”; atteggiamento,
questo, che non giova alla causa della
prevenzione dell’incidente domestico, ritenuto dai più come un evento fortuito, non prevedibile e non prevenibile. Nulla di
più errato ! L’incidente domestico può,
nella maggior parte dei casi, essere assolutamente prevenuto con l’uso di
accorgimenti, procedure, dispositivi,
modifiche di comportamenti e di stili di vita e, più in genere, utilizzando le
moderne tecnologie che quotidianamente l’innovazione mette a nostra
disposizione. La perfetta conoscenza
delle cause degli incidenti domestici, che oggi noi possediamo, ci consentirebbe agevolmente, in un ambiente
confinato quale è la casa in cui abitiamo, peraltro frequentata da un ridotto numerose di persone,
di valutare e prevedere la cause di incidente e di adottare, tutti insieme
coloro che la abitano, le misure correttive.
L’abitazione è una piccola
comunità dove è facile definire regole. Quale è la molla che può spingerci a costruire uno standard di sicurezza con una attenzione maggiore di quella che vi
pone ad esempio un operaio sul posto di
lavoro? L’amore che abbiamo per i nostri
cari più ancora che per noi stessi! La
presenza di un numero ridotto di frequentatori di una abitazione privata rende
agevole la possibilità di informarli su cosa fare e cosa non fare. Ci è di
conforto in questo lavoro l’esperienza maturata nella nostra vita: quante volte abbiamo rischiato di
scivolare nella vasca da bagno? Quante
volte abbiamo utilizzato il phon con le mani bagnate avvertendo fortunatamente solo una lieve scossa? La somma delle nostre
esperienze deve rappresentare per la
famiglia il patrimonio di conoscenze che
può aiutarci ad organizzare una
strategia concordata e condivisa con il nucleo familiare per difenderci dagli incidenti domestici. A casa, come sul lavoro o in ospedale,
bisogna comporre un piccolo manuale di
sicurezza che rappresenta il
compendio di procedure virtuose che esplodono dopo aver individuato e definito
quelle, al contrario, pericolose. Con un po’ di fantasia e di tempo disponibile, si può, se
vi sono in casa bambini, scrivere insieme con
loro le norme principali, magari organizzando un quadernetto e
corredandolo di disegni da loro composti.
La prevenzione – lo si dice da sempre- si impara da piccoli, sempre che si abbia la fortuna di trovare chi può
insegnarla in maniera costruttiva e proattiva.
Auspichiamo la nascita di una
figura di valutatore del rischio domestico, di un professionista esperto in
sicurezza che sia in grado di valutare lo stato di rischio di una abitazione
ma che sappia anche istruire la famiglia
su cosa fare o meglio cosa non fare per evitare di incorrere in un
incidente domestico.Arch. Gabriella Pesacane, presidente ANSiD, Associazione Nazionale Sicurezza Domestica
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